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Multiuso contro monouso in medicina

il blog di un dentista

Ormai la parola "monouso" è diventata sinonimo di "igienico". Occhialini 3D monouso nei cinema, cuffiette e auricolari monouso sui pullman turistici, e persino turbine e specchietti monouso nello studio del dentista.
Tutto bene, ma fino ad un certo punto; non gestisco né cinema né trasporti turistici, quindi non posso pronunciarmi su cuffiette e occhialini, ma da dentista (e più in generale, da medico) dissento fortemente su tutte le proposte di monouso che non riguardino semplici oggetti come bicchierini, tovagliolini, cannule di aspirazione.
Il "monouso" ha il beneficio di fornire, dal punto di vista dell'opinione pubblica, una apparente garanzia di "maggiore igiene", ma l'unica cosa certa che comporta è, in realtà, un maggiore costo, non solo economico, ma anche e soprattutto per l'ambiente, assieme ad una qualità potenzialmente inferiore del servizio offerto; e mi accingo a spiegare ognuno di questi punti, prendendo come esempio il classico specchietto del dentista.

Se immaginiamo che uno specchietto di acciaio costi "10" (una cifra qualunque), il costo di uno specchietto monouso (con vetro di qualità largamente inferiore, e struttura interamente in plastica) è di "0.5", con un costo circa 20 volte maggiore per comprare uno strumento "vero e proprio". Uno specchietto di acciaio può essere riutilizzato un numero virtualmente infinito di volte, mentre uno specchietto monouso va ovviamente buttato subito dopo essere stato usato; immaginando 100 utilizzi di uno specchietto, il costo del monouso sarebbe cinque volte maggiore rispetto allo strumento in acciaio; dopo 100 utilizzi, normalmente è necessario cambiare solo il vetro dello specchietto di acciaio, che ha un costo simile a quello di un intero specchietto monouso, e si può continuare ad usare lo specchietto di acciaio altre 100 volte, e così via, siccome il manico è praticamente eterno (quindi i costi del monouso diventano sempre maggiori, e devono giustamente essere riportati al paziente).

Uno specchietto di plastica ha una solidità insufficiente per alcuni usi (ad esempio per allontanare la guancia durante alcuni interventi) e facilmente si piega se sottoposto a una leggera forza, mentre uno specchietto in acciaio è uno strumento "jolly" sulla cui rigidità si può sempre fare affidamento per gli usi più disparati.

Infine, ed è per me il difetto peggiore, il monouso inquina, in quanto da una parte aumenta i rifiuti di plastica che vanno smaltiti, dall'altra richiede di essere prodotto in maniera continua, incrementando gli scarti industriali; invece gli scarti correlati allo strumentario di acciaio sono esclusivamente quelli legati alla sterilizzazione ripetuta (che richiede corrente elettrica, acqua distillata, e nient'altro).

Per chiudere, non è affatto vero che il monouso è più igienico, ma è "igienico" esattamente tanto quanto lo è lo strumentario "multiuso"; il monouso dovrebbe prevenire le cosiddette "infezioni crociate", cioè quelle infezioni dovute al passaggio di batteri da un paziente all'altro, tramite l'uso di strumenti non puliti (infatti se lo strumento viene eliminato dopo l'uso non si pone affatto il problema); in realtà, ogni strumento, di qualunque materiale esso sia, purché resistente alle alte temperature, una volta sterilizzato in autoclave, a 2 atmosfere di pressione, e ad una temperatura di 134°C per 15 minuti, o di 120°C per 30 minuti (per gli strumenti più delicati), è a tutti gli effetti sterile, tanto quanto lo è uno strumento monouso la cui busta sigillata viene aperta per la prima volta.

Tutti questi esempi sono stati fatti con un banale specchietto, ma si pensi che vengono vendute addirittura intere turbine monouso, per le quali, trattandosi di strumenti ancora più critici per la mia professione, tutti i punti discussi prima sono tanto più validi.
E allora perché tutta questa pubblicità sul monouso? Per motivi commerciali, di comodità e di immagine.
La vendita di monouso da parte di aziende e fornitori rende di più della vendita di strumenti in acciaio, per i motivi su esposti, e mantiene un "sano commercio"; il monouso si apre e si getta via, quindi non costringe a "perder tempo" con la sterilizzazione; infine siccome il monouso è diventato, come dicevo, sinonimo di "igienico", lo studio che pubblicizza di usare strumenti monouso fa "bella figura" (a spese del paziente).
Il monouso ha un suo campo di applicazione ben preciso, cioè per oggetti dal costo trascurabile, che vengono molto deteriorati dall'uso, e che sarebbe d'altra parte sciocco, se non impossibile, sterilizzare: bicchierini, fazzoletti, tubicini di aspirazione pieghevoli, guanti, tamponi di cotone, e simili.
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