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Dal dentista con la carta di credito, tre anni dopo

il blog di un dentista

Arrendendomi alla legge, comunque tra i primi a farlo in Italia (ancor oggi ci sono ossi duri), nel luglio del 2014 attivavo un servizio di pagamento con carte, di quelli che ti forniscono un lettore bluetooth che si collega con lo smartphone. Bancomat e carte di credito insomma, invece dei soldi di carta che tanto piacciono al popolo italiano, perché si possono toccare con mano.

Feci una attenta cernita, scansando quei servizi "alternativi" che ti chiedono fino al 3% di commissioni (più alternativi di così), e ne scelsi uno tradizionale, appoggiato ad una banca fisica, che fornisce il lettore in affitto per 2€ al mese, e con commissioni dello 0.7% per il bancomat, e doppie, 1.4%, per Visa e Mastercard, sempre eccessive ma più basse di tanti altri; viva le carte di pagamento, assolutamente: non si maneggiano contanti, che potrebbero essere contraffatti (anche se è facile riconoscerli), non si deambula col denaro pericolosamente in tasca, e non si deve perder tempo per versarlo in banca... e soprattutto, quando ti dicono "...però guardi dottore che adesso non ho i soldi in tasca" quasi sempre si risolve tutto se gli rispondi che accetti le carte.

Veniamo ai però: tipicamente per accettare un pagamento con carta si spendono almeno 1-2 minuti in più rispetto al semplice incassare i contanti (accendi il lettore bluetooth, attendi l'accoppiamento col telefono, l'avvenuta transazione, oddio non si è connesso oppure ha dato errore, riproviamo... poi c'è chi vuole ricevere lo scontrino per posta elettronica, e allora invia lo scontrino per posta elettronica...), e infine, LE COMMISSIONI! E che commissioni! Un'offerta che non si può rrrrhifiutaaare. Per fare un paragone, è come se io non facessi pagare nulla per le otturazioni in studio, salvo dire al paziente che ogni volta che ci mastica sopra verranno automaticamente trasferiti 2€ dal suo conto bancario al mio... magari! Mi basterebbe lavorare per 4-5 anni e poi vivrei di rendita come un pascià. In sostanza è questo il modo in cui le banche si fanno pagare: per offrirti un servizio che vale 100, non ti fanno pagare 100 subito, ma nell'arco di tempo in cui è operativo il sistema finirai per versare così tante volte delle piccole somme, che a fine carriera saranno stati spesi 5.000, 10.000, 50.000, tutto in base al tuo giro d'affari. E naturalmente alla banca costa molto, molto, molto meno pagare le commissioni interbancarie di trasferimento, rispetto a quanto viene detratto dalla somma che ricevo ogni volta che accetto un pagamento con carta elettronica.

In questo scenario, imponendo le carte di pagamento in un paese legato al contante, il governo italiano riveste il ruolo del legislatore progressista e innovatore, ma col portafoglio degli altri, siccome le commissioni sono tutte a carico degli esercenti, e facendo al tempo stesso un ricchissimo favore alle banche, che vedono aumentare il loro giro d'affari complice la legge in questione.

Due anni fa venne proposta una legge che introduceva la detraibilità delle commissioni per gli esercenti (praticamente il pos sarebbe stato a costo zero per le attività commerciali), introducendo però sanzioni certe per chi non se ne dotava (perché, diciamolo, ad oggi esiste l'obbligo, ma non sono previste multe, in uno stallo normativo tutto belpaesano che ormai non sorprende più nessuno), ma non venne mai convertita in legge, naturalmente ci sarebbe stata una perdita netta per lo stato che non sarebbe riuscito a coprire, con il gettito delle sanzioni, il mancato gettito fiscale derivante dalle detrazioni. E lo posso anche capire.
Ma magari prevedere per via legale un tetto massimo alle commissioni praticabili? Più vicino ad un valore ragionevole? Forse dello 0.1% per il bancomat, e 0.3% per le carte di credito? Ma scherziamo, non si può far morire di fame le banche, che col sudore della fronte offrono dei preziosi servizi con ricarichi esigui.

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