Studio Dentistico Mauro Savone Via Nettunense 226, Cecchina (Roma)

Lo stato che ruba ai vecchietti: la vera ragione dietro alla detraibilità solo con carta

il blog di un dentista

Nei forum (dovrei scrivere fora ma non mi capirebbe nessuno) dove noi dentisti usiamo chiacchierare amabilmente (fosse sempre vero) tra colleghi, si sapeva già da tempo che sarebbe scattato l'obbligo di pagare con carta di credito (o bancomat o bonifico o assegno) le prestazioni sanitarie da gennaio 2020 per poterle scaricare dalle tasse. Insomma chi paga il dentista in contanti non può detrarre la spesa.

La prima cosa che ho dato per scontato è che la motivazione di una scelta così borderline dittatoriale fosse da cercare in due punti:

  1. Lotta all'evasione (un po' come la lotta al terrorismo degli americani)
  2. Regalo alle banche (non il primo né soprattutto l'ultimo)

La lotta all'evasione poteva solo essere un motivo di facciata (come non può che essere un motivo di facciata quando la si sbandiera per ridurre l'uso del contante in generale).

Che lotta all'evasione potevano voler fare? Si tratta di fatturarli comunque, questi contanti...
Forse volevano contrastare l'evasione fiscale dei nostri pazienti? E chi è così fesso da scaricare una spesa dentistica di 2999€ (il massimo attualmente pagabile in contanti) fatta con denaro in nero, siccome poi dovrebbe comunque giustificarli in caso di controllo?
Ecco che l'unico vero motivo che poteva rimanere, era proprio di accontentare la lobby bancaria, ma questo il parlamento non avrebbe mai potuto ammetterlo.

Da pochi giorni però, da quando una proposta di emendamento a tale legge è stata avanzata da un membro del parlamento (senza tirare in ballo nomi e partiti), emendamento nel quale si discuteva anche del "vero motivo" di questa limitazione alla detrazione delle spese sanitarie, ho scoperto che c'era una terza ragione, quella reale, per cui le menti del legislatore hanno deciso di non far più scaricare le spese sanitarie pagate in contanti.
Visto il mio grande disappunto nello scoprire questa macchinazione, volevo subito parlarne su questo blog, ma non avevo alcuna fonte certa su cui basarmi e avrei potuto scrivere una fandonia; finalmente però ho trovato le prove (il PDF è scaricabile dal sito senato.it):

Servizio Studi - Dossier n. 181/Sezione II
Legge di bilancio 2020 - Sezione II - Stati di previsione dei ministeri - A.S. 1586 ANNESSO

terzultimo paragrafo di pag. 57:
l’introduzione dell’obbligo di pagamento con strumenti tracciabili per la fruizione della detrazione del 19 per cento per le spese detraibili [...], con un incremento di gettito pari a 868 milioni nel 2021 ed a 496 milioni nel 2022

Tradotto, questo è quanto si è deciso in parlamento:

Siccome ci sarà per forza una parte di cittadini che paga in contanti anche con una legge che non li rende più fruibili in detrazione, ora che non possono più scaricare nulla noi guadagniamo perché loro pagheranno più tasse.

Ognuno se ne farà la propria opinione; per trasparenza, spiego perché, da esercente, non vedo di buon occhio i pagamenti con carta (anche se li accetto sempre cordialmente siccome è un vostro sacrosanto diritto utilizzarli):

  1. Il costo. Un costo ingiustificabile sotto ogni punto di vista. La banca ha sicuramente spese di gestione correlate al contante (macchinari e/o impiegati dedicati al versamento, trasporto, stoccaggio, ecc ecc), ma per il privato cittadino accettare pagamenti ed eseguire versamenti in contanti ha costo zero. Le commissioni che subisco invece sui pagamenti con carta sono dell'1% o più in base a varie condizioni (e io sono tra quelli fortunati, a sentire altri colleghi), per cui a fine anno ho una voce di spesa pari ad una piccola vacanza che serve a coprire l'incasso con mezzi tracciabili. La banca, d'altro canto, sostiene una spesa irrisoria per movimentare denaro elettronicamente.
  2. Il tempo. Quando incasso la parcella in contanti, il paziente estrae le banconote dal portafoglio e me le consegna, al massimo io devo estrarne altre di taglio inferiore per dare il resto. Finito. Quando incasso con carta devo:
    • accendere il dispositivo bluetooth
    • avviare l'app sullo smartphone
    • attendere che il dispositivo bluetooth finisca di avviarsi
    • attendere ancora
    • attendere giusto un tantinello di più
    • attendere che il dispositivo bluetooth finisca di collegarsi con l'app
    • digitare la cifra sull'app, attendere che il dispositivo bluetooth richieda il pagamento
    • inserire o posare la carta sul dispositivo bluetooth e attendere che quest'ultimo la processi e chieda il codice PIN
    • attendere che il paziente inserisca il codice PIN (oddio aspetti dottore il codice non era questo... devo tirare fuori il foglietto dal portafoglio, dov'è che l'avevo infilato, no questa è la combinazione dell'armadietto della palestra... no guardi è meglio se chiamo per l'aiutino a casa) o che apponga maldestramente la firma col polpastrello sullo schermo del mio smartphone
    • attendere che il pagamento venga processato online
    • attendere che l'app mi dia la conferma
  3. Gli imprevisti. Perché anche se non è frequente, capita che l'app o il dispositivo siano momentaneamente non funzionanti, soprattutto se l'app è programmata coi piedi (ma pare che questo sia ormai stato risolto). O che un pagamento venga per sbaglio accreditato due volte (che incubo solo ripensare allo strazio di farlo stornare dal servizio clienti giacché era troppo tardi per farlo in autonomia quando me ne sono accorto). O che la carta del paziente sia rotta in due e debba improvvisarmi MacGyver per farla funzionare. O che mi avvisino solo quando ormai ho emesso la ricevuta che l'intestatario della carta non è in realtà il paziente ma marito/moglie/genitore/figlio e quindi devo annullare la ricevuta e riemetterla con l'intestazione giusta.
  4. Non mi evita di versare il contante, siccome piccola o grande che sia la somma da trasferire sul mio conto, il viaggio in banca devo farlo comunque.
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