Studio Dentistico Mauro Savone Via Nettunense 226, Cecchina (Roma)

Le precauzioni aggiuntive dei dentisti nella fase 2 del covid19

il blog di un dentista

Noi dentisti siamo già condizionati a prestare molta attenzione alla prevenzione delle contaminazioni, e anche se esistono delle linee guida ministeriali (dibattute e opinabili per certi versi) molti di noi in occasione della ripartenza hanno aggiunto oltre a queste ulteriori protezioni nella routine operativa di tutti i giorni.

I tempi di esecuzione delle terapie purtroppo si sono allungati, e se queste attenzioni più stringenti dovessero protrarsi a lungo, diventerebbe necessario rivedere il tariffario; ho trovato tuttavia anche spunti che manterrò in futuro, al termine (chissà quando) dell'emergenza sanitaria.

Queste sono le indicazioni che invio ai pazienti prima del loro appuntamento:

Avvisare in caso siano presenti sintomi quali febbre, tosse, mal di gola, o si siano avuti contatti con persone sospette contagiate, o recatisi in luoghi a rischio.
Sintesi delle indicazioni elaborate da enti sanitari italiani e internazionali:
1. Venire senza accompagnatori (salvo pazienti minorenni)
2. Prima dell'ingresso in studio indossare una mascherina o un capo d'abbigliamento per coprire bocca e naso (verrà fatto rimuovere subito prima dell'intervento)
3. Organizzarsi per evitare di dover utilizzare il bagno durante la permanenza in studio
4. In caso siano presenti altre persone in sala d'attesa, non entrare e attendere il proprio turno all'esterno
5. Disinfettare le mani immediatamente con la soluzione fornita in studio
6. Non toccare alcuna superficie dello studio, evitare di toccarsi il volto e altre parti del corpo
7. Lasciare giacche, borse ed effetti personali chiusi in un apposito sacco o borsa portato da casa e disinfettabile con alcol/cloro, da lasciare in sala d'attesa
8. E' possibile mantenere telefono e chiavi in tasca, a patto di non toccarli durante le procedure
9. Non posare i propri effetti personali su alcuna delle superfici dello studio
10. Se è assolutamente indispensabile che il telefono venga tenuto in mano, dovrà essere prima disinfettato con alcol/cloro

All'arrivo in sala d'attesa, il paziente friziona le mani con una soluzione alcolica al 70%, e nel mentre controllo la temperatura della fronte con termometro a infrarossi (se eccessiva, l'appuntamento viene rinviato di almeno 14gg); se sono impegnato in un altro intervento, viene invitato ad attendere fuori finché il paziente precedente non è uscito; cerco cioè di evitare che chiunque stazioni nella sala d'attesa.

Entrato nella sala operativa, utilizzando un nebulizzatore ad aria compressa il paziente viene disinfettato dalla testa ai piedi, davanti e di spalle, con acido ipocloroso (suona come ipoclorito, ma non è la stessa cosa, non macchia i vestiti, non è tossico da ingerire o respirare, e anzi tra le sue applicazioni c'è la disinfezione dell'acqua potabile; inoltre è divertentissimo sparare sui pazienti con un getto umido di aria compressa). Prima di ogni prestazione, viene fatto eseguire uno sciacquo con acqua ossigenata all'1% per un minuto, aspirando il liquido piuttosto che farlo sputare (in realtà, ultimamente faccio sempre deglutire dopo che il paziente ha eseguito dei gargarismi... così disinfetto fuori e dentro!). Qualora la prestazione lo permetta, e in particolare per tutte le pulizie dei denti che producono abbondante aerosol in assenza della diga di gomma, applico attorno alla testa del paziente una cappa trasparente ideata da me, semplicissima da disinfettare, e dentro cui inserisco le mani per lavorare, per evitare che le goccioline si diffondano nell'ambiente.

Sul mio banco di lavoro è posizionato un dispenser automatico con sensore a infrarossi che eroga una soluzone alcolica al 70%, e che utilizzo regolarmente per disinfettare i guanti mentre opero.

Durante l'intera giornata di lavoro, un nebulizzatore ad ultrasuoni strategicamente posizionato diffonde vapore di acido ipocloroso nella sala operativa, e l'alimentazione idrica del riunito non proviene più dalla rete esterna, ma da un circuito interno pressurizzato, alimentato con una soluzione di acqua ossigenata allo 0.5%.

Tra un paziente ed il successivo, oltre alle normali procedure di pulizia che eseguo da sempre, spruzzo in tutto lo studio, sia sulle superfici -me stesso compreso- che nell'aria (per far depositare a terra l'eventuale aerosol ancora in sospensione) il medesimo acido ipocloroso nebulizzato.

Siccome la stagione lo permette, il condizionatore viene lasciato spento, e lavoro con la finestra completamente aperta e un ventilatore nel lato opposto della stanza che spinge l'aria verso l'esterno.

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