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Pulpite

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Quando la polpa dentale si infiamma (per qualunque motivo, sia a causa di una grande carie sia ad esempio per un forte trauma) si determina una pulpite. Spesso l'inizio di una pulpite significa la "condanna a morte" per il dente: siccome la polpa si trova in uno spazio molto angusto, perdipiù circondata da pareti rigide che non possono espandersi, il normale processo di infiammazione che in quasi tutte le altre parti del corpo ha di solito una risoluzione spontanea, nel dente provoca dei danni piuttosto gravi. L'infiammazione causa un aumento del flusso del sangue, quindi arrivano molti liquidi nella polpa, che aumentano la sua pressione interna; oltre a questo ci sono un gran numero di cellule infiammatorie che migrano nel dente (principalmente linfociti) aumentando ulteriormente l'"affollamento" in uno spazio stretto e rigido; il risultato di tutto ciò è che i tessuti vivi all'interno del dente vengono "strozzati" e non hanno "vie di fuga". In altre parole, spesso la pulpite provoca un forte dolore dentale che può durare per un tempo variabile, e o si risolve rapidamente con la morte del dente e la fine del dolore, oppure la sofferenza del nervo continua a lungo, e quindi si avrà un dolore forte spontaneo, magari peggiorato dal freddo e/o dalla masticazione, che continua fino a quando il dente non viene devitalizzato. Meno di frequente, la pulpite è molto lieve, e non provoca nessun dolore, quindi la polpa inizia a proteggersi, formando uno strato aggiuntivo di dentina dall'interno; in questo caso, se il problema del dente viene risolto per tempo (ad esempio la carie viene curata) il dente spesso riesce a salvarsi, mentre se non viene fatto nulla la polpa finisce per mineralizzare buona parte dello spazio a disposizione all'interno del dente, fino alla sua morte, che di solito avviene senza alcun dolore.
Ultima modifica: 22 Sep 2009, 12:11
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